Roberta: la formazione alla base della crescita professionale

In All, People by Christian Restieri

La mia ricetta? Formazione, curiosità, testardaggine e costante voglia di migliorare

Roberta Spini è la Responsabile del nostro Ufficio Vendite/Back Office Key Account che supporta, appunto, i nostri Key Account Nazionali del mondo dell’Auto e dell’Artigianato nell’approcciare e seguire Clienti nazionali ed internazionali con un volume di affari importante; lavora presso la nostra sede di Capena da 19 anni e gestisce un gruppo di 26 giovani e determinati collaboratori.

Facciamo 2 chiacchiere con lei per scoprire com’è arrivata ad essere Manager in Würth.

Da quanto sei in azienda e qual'è stato il percorso che ti ha portata al ruolo di Manager?

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Da quanto sei in azienda e qual'è stato il percorso che ti ha portata al ruolo di manager?

Sono entrata in azienda nel giugno del 1999 e, io e le altre persone assunte nello stesso periodo, siamo state le prime 15 venditrici telefoniche di Würth Italia. Ho lavorato in quel ruolo per circa 7 mesi, dopodiché il mio capo ha deciso di spostarmi all’Ufficio Vendite, dove mi occupavo di supportare la rete Vendita del Settore Auto nella lavorazione degli ordini in entrata e supporto ai Clienti. Tra il 2002 ed il 2003 sono stata inserita in un percorso formativo di sviluppo, ed anche in un “corso di sopravvivenza” (racconta ridendo) in cui abbiamo affrontato situazioni avventurose, in un certo senso anche pericolose, durante il quale mi sono divertita un sacco! Nello stesso periodo sono entrata a far parte del Management aziendale come Responsabile di un team di persone proprio dell’Ufficio Vendite/Back Office.


Che tipo di percorsi di sviluppo hai seguito?

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Che tipo di percorsi di sviluppo hai seguito?

Il vero e proprio percorso di sviluppo l’ho incominciato con il percorso Internazionale MC Würth, parallelamente ho partecipato ad un ulteriore corso per accrescere le mie competenze organizzato da Würth Italia, ed ora sto seguendo il percorso di sviluppo manageriale Talent Pool. Negli anni, più o meno indirettamente ho partecipato ad altri corsi formativi, in quanto come Manager siamo propensi nel favorire lo sviluppo e la crescita in diversi ambiti anche dei nostri collaboratori, per stimolare la curiosità, farli mettere in gioco e capire i loro punti di forza. Dunque abbiamo pianificato, in collaborazione con il reparto Risorse Umane, un piano di formazione di 12 moduli, suddivisi tra momenti d’aula e attività operative, per tutti i collaboratori del reparto. L’obiettivo è stato inoltre quello di incentivare l’intelligenza collettiva e creare del valore aggiunto grazie all’interazione delle persone con altri reparti e quindi incentivando il lavoro per progetti.


Quale tuo punto di forza, secondo te, è stato la chiave del tuo successo?

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Quale tuo punto di forza, secondo te, è stato la chiave del tuo successo?

Innanzitutto la curiosità: il non soffermarsi su quello che è l’attività che ti assegnano, ma il capirne la motivazione e lo scopo, per proporre soluzioni senza presentare il problema, ma cercando invece di risolverlo. Questo coinvolgendo anche altri colleghi appartenenti ad altri reparti, che potrebbero aiutarti o farti vedere la situazione da un altro punto di vista. Ad oggi, guardandomi indietro, il mio punto di forza è anche aver creato una rete di contatti in maniera naturale, spontanea, senza pensare al fatto che in futuro ci sarebbe potuto essere un ritorno, ma solo per il semplice fatto di voler conoscere e confrontarti con le persone con cui lavori. E’ stato importante discutere in maniera proattiva, con critiche costruttive, per cercare di capire la causa del problema e risolverlo, trovando una soluzione comune. Questo secondo me ha fatto sì che, anche nel mio interlocutore, ci fosse la consapevolezza che, nonostante punti di vista diversi, non fosse una questione “personale” ma una reale voglia di trovare una soluzione insieme, e questo porta di conseguenza alla creazione di un rapporto di fiducia tra le parti.


È cambiato il rapporto che hai con i tuoi collaboratori rispetto a quello che avevi tu con i tuoi responsabili?

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È cambiato il rapporto che hai con i tuoi collaboratori rispetto a quello che avevi tu con i tuoi responsabili?

Quando ho iniziato la mia vita lavorativa in Würth, era più un rapporto di “subordinazione verticale” in cui bisognava seguire una logica predefinita ed accettare le decisioni dei tuoi superiori. Ad essere sincera mi trovavo un po’ stretta in questo modo di lavorare. Fin dall’inizio il mio rapporto con i miei superiori è stato quello di non “incassare passivamente”, ma propositivo, portando nuove idee. Nel tempo riconosco di aver migliorato i miei modi di pormi: prima ero più impulsiva e partivo in quarta, ora ho migliorato il mio modo di far valere le mie proposte indipendentemente da chi ho davanti, con più calma e pacatezza, senza indisporre il mio interlocutore e quindi alzare un muro con chi mi ascolta. Con gli anni il rapporto con i capi si è evoluto e adesso c’è più voglia di ricevere interazione da parte del collaboratore, trovare suggerimenti e trovare una soluzione comune. Se poi c’è una decisione che la Direzione impone di implementare (come capita in tutte le aziende), quella va applicata, però dove c’è possibilità di trovare una soluzione diversa si tende a farlo e ad ascoltare in maniera più libera i suggerimenti di tutti.


Un tuo difetto e come stai lavorando per migliorarlo?

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Un tuo difetto e come stai lavorando per migliorarlo?

La testardaggine, anche se comunque mi piace vederla in maniera positiva perché ti crea il carburante per portare avanti le tue idee. A volte, però, quando penso di andare nella giusta direzione tendo ad abbassare il livello di ascolto, per cui magari recepisco di meno il fatto che chi mi sta parlando mi sta dando un’indicazione come per dire ”Guarda che forse la faccenda non è proprio così bianca o nera, ma se considerassi anche altri fattori, potresti scoprire che ha sfumature diverse.” Grazie alle persone che mi circondano e alle situazioni della vita sto cercando di migliorare questo aspetto del mio carattere, ma devo ammettere che non è facile. In parte il percorso Talent Pool mi sta aiutando in questo, perché mi fa considerare aspetti lavorativi e caratteriali a cui prima non avevo dato peso. Mi sta aiutando ad uscire dagli schemi aziendali tradizionali e mi permette quasi una visione “da estranea”, guardando le cose dall’alto e riuscendo a vedere sia ciò che sto facendo, ma anche ciò che c’è fuori dalla mia area di comfort. Il progetto mi aiuta anche a confrontarmi con Manager di altri reparti, che hanno una mentalità molto fuori dagli schemi e mi aiutano a riconsiderare anche determinate situazioni che magari fino a quel momento avevo gestito in maniera diversa.


Per un futuro candidato: Würth non fa per te se…

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Per un futuro candidato: Würth non fa per te se…

Se cerchi il posto fisso. Nel senso che l’azienda è sempre più dinamica, tende creare maggiori job rotations, a far vivere e lavorare in azienda sotto diverse sfaccettature. Una persona oggi può essere assunta per un ruolo e poi nel breve, medio o lungo termine cambiare mansione, occupandosi di tutt’altro. Secondo me dovremmo essere ancora più “spinti” e stravolgere ulteriormente gli schemi della struttura aziendale. Questo porta ad accrescere le competenze trasversali delle persone e ad avere una maggiore visione d’insieme. Quindi se hai ancora la mentalità del posto fisso, molto probabilmente non siamo l’azienda per te.


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La nostra Roberta sta inoltre per affrontare la sua più bella avventura della vita:

quella di diventare mamma!

Le auguriamo quindi un grande in bocca al lupo e tanta felicità!